Il Festino di Santa Rosalia non è una semplice festa per celebrare la patrona della città. Il Festino di Santa Rosalia appartiene a Palermo e ad ogni palermitano, è un evento vissuto e sentito in maniera profonda. Ogni anno le celebrazioni per la santuzza incantano e intrattengono cittadini e curiosi di tutto il mondo. Dal tradizionale corteo storico, in un mix di folklore e religione, ai fuochi d’artificio finali, migliaia di palermitani accompagnano la lunga marcia del Carro della Santuzza per celebrare la liberazione della città dalla peste del 1624.
U fistino
Il Festino di Santa Rosalia è un vero e proprio evento mediatico, molto atteso e sentito da tutta la città. U Fistinu inizia il 10 di luglio e dura per cinque giorni: i primi tre giorni della festa sono un prepararsi al grande corteo del 14, che precede la sfilata del Carro trionfale e si conclude alla marina con il celebre spettacolo dei giochi di artificio. Il festino termina giorno 15 con la solenne processione delle reliquie della Santa, contenute all’interno dell’Urna argentea. Le reliquie vengono portate in processione per le vie della città, partendo dalla Cattedrale. Dalla fine degli anni novanta lo spettacolo è divenuto una rappresentazione teatrale a tutti gli effetti, con giochi di luce spettacolari e danze acrobatiche, che rappresentano gli ultimi giorni della peste a Palermo.
Il carro
Il Carro di Santa Rosalia è l’anima del Festino. E proprio la sfilata del Carro per tutto l’antico Cassaro rappresenta uno dei momenti fondamentali del Festino. Il maestoso carro inizia il suo percorso da Palazzo dei Normanni e si ferma alla Cattedrale; dopo viene trasportato per tutto il Cassaro, per poi fermarsi ai “Quattro Canti”, dove il Sindaco fa il suo tributo alla Santa deponendo un mazzo di fiori ai piedi della statua. Poi la processione attraversa Porta Felice fino a raggiungere il mare – un viaggio dalla morte (la peste) alla vita – per poi concludersi con i tradizionali fuochi d’artificio per salutare la Santa.
Il primo carro è stato realizzato nel 1686 e nel corso delle numerose edizioni del Festino ha subito varie evoluzioni. Nel 1701 ad opera dell’architetto Paolo Amato, assunse per la prima volta la forma di vascello. Nel corso degli anni, innumerevoli architetti e artisti si sono susseguiti per la realizzazione del Carro: ogni anno viene sviluppato un tema differente, mantenendo però di base la storia del miracolo della vittoria sulla peste. Il Carro trascinato dai buoi ha oggi la forma di un vascello, con a poppa una struttura architettonica alla cui sommità è issata una statua di Santa Rosalia nel pieno della sua gloria.
La storia della Santuzza
Secondo la tradizione, Rosalia Sinibaldi apparteneva a una nobile famiglia palermitana. Visse alla corte di re Ruggero dove fu promessa in sposa al conte Baldovino. Ma la giovane Rosalia rifiutò le nozze e prese i voti. Decise di trovare riparo presso una grotta sul Monte Pellegrino, dove morì il 4 Settembre 1165. Secondo la leggenda fu grazie a lei che Palermo vide la fine della peste. Nel 1624, infatti, sarebbe apparsa in sogno ad un cacciatore indicandogli dove avrebbe potuto trovare i suoi resti, che portati in processione in città fermarono l’epidemia. La prima celebrazione si tenne nel 1625 e negli anni i festeggiamenti diventarono sempre più sontuosi.
Le tradizioni culinarie
Il Festino di Santa Rosalia richiama turisti da ogni parte del mondo. Ma oltre ad assistere alla celebre sfilata del Carro, palermitani e turisti non possono fare a meno di provare alcune pietanze che fanno parte della tradizione popolare palermitana. Dalla pasta con le sarde, ai babbaluci (lumache bollite con aglio e prezzemolo), dallo sfincione, al polpo bollito, per passare poi alle tradizionali calia e simenza o scacciu (un mix di frutta secca e semi vari), alla pannocchia bollita (pullanca) e l’anguria ghiacciata (‘u muluni).