Un festival per tredici comuni e un’identità che si fa racconto
C’è un’onda silenziosa ma potente che attraverserà l’estate dell’entroterra e della costa tirrenica messinese: si chiama Borghi e Monti D’aMare Festival 2025, ed è molto più di una rassegna. È un progetto culturale e territoriale che nasce da un processo partecipato e profondo di ascolto dei tredici comuni del GAL Tirrenico “Mare Monti Borghi”, una comunità di territori che oggi si scopre corpo vivo e pulsante di memoria, creatività e gusto.
Presentato ufficialmente il 26 luglio 2025 a Mazzarrà Sant’Andrea, presso lo storico Palazzo Livoti, il festival è l’esito concreto di un paziente lavoro iniziato nel 2023 e sostenuto dal PSR Sicilia 2014-2022, Misura 19 – sottomisura 19.2 – LEADER. L’idea? Costruire una mappa sentimentale e produttiva della Sicilia più nascosta, dove arte, storia, gastronomia e musica si fanno linguaggio comune.
Un contenitore vivo, tra borghi, mare e monti
A firmare la regia dell’intero festival è il GAL Tirrenico, sotto la guida del presidente Carmelo Pietrafitta, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, e del direttore Roberto Sauerborn. Due voci che, durante la conferenza stampa, hanno sottolineato l’ambizione del progetto: quella di creare un percorso turistico strutturato, fondato su prodotti tipici, memoria rurale, eventi artistici, sinergie istituzionali e comunità attive. In una parola: identità.
Una delle intuizioni più forti del festival è quella di dare dignità artistica e visibilità a ogni territorio, senza cadere nell’esotismo, valorizzando ciò che spesso resta invisibile. Ecco allora che i piccoli comuni diventano poli culturali a tappe, con un format itinerante che è anche un manifesto politico: unire le forze per un bene comune, attraverso la cultura e la promozione sostenibile.
Un calendario che abbraccia musica, cibo, arte e festa
Il festival prende il via domenica 27 luglio a Castroreale, in concomitanza con la 25ª edizione del Castroreale Jazz Festival, con il Villaggio Enogastronomico e artisti del calibro di Rachel Z Trio, Cafiso, Bosso, e si concluderà il 30 agosto a Mazzarrà Sant’Andrea, con il Festival degli Agrumi e il concerto finale de Le Vibrazioni.
Tra i momenti salienti:
- 31 luglio – 3 agosto, Castroreale: jazz, visite guidate, showcooking e degustazioni;
- 4 agosto, Tonnarella (Furnari): cultura e mare;
- 5 e 6 agosto, Rodì Milici: “Carnevale Estivo – I mesi dell’anno” e area culinaria il 27 agosto;
- 6 e 7 agosto, Barcellona Pozzo di Gotto: eccellenze vinicole e gastronomiche;
- 9 e 10 agosto, Fondachelli Fantina: degustazioni e folklore;
- 12 e 13 agosto, Merì: cultura e tradizione;
- 14–16 agosto, Oliveri; 17–18 agosto, Basicò; 19–20 agosto, Falcone;
- 23 agosto, Terme Vigliatore: performance e tavole rotonde;
- 26–29 agosto, Lipari: “Eolie in Classico” – tappa straordinaria del festival;
- 28–30 agosto, Mazzarrà Sant’Andrea: il gran finale con focus sulla florovivaistica e la cultura agrumicola.
Una strategia di territorio, tra visionarietà e radici
Il Gal Tirrenico non si limita all’organizzazione di eventi. Il suo obiettivo è costruire un “Brand Territoriale” forte, capace di far dialogare mare e montagna, piccoli borghi e voci internazionali, enogastronomia e turismo sostenibile. Tutto questo nel quadro della Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025, riconoscimento conferito dall’Istituto Internazionale di Gastronomia, Cultura, Arti e Turismo.
Il progetto punta al coinvolgimento attivo di stakeholders locali, associazioni culturali, Pro Loco e cittadini, e alla creazione di Progetti di Comunità dal 2026 al 2030: un investimento nel futuro, che parte dalla valorizzazione del presente.
Lo ha ribadito anche il Sindaco di Rodì Milici, Eugenio Aliberti, evidenziando l’importanza di destagionalizzare le tradizioni, come il Carnevale, e rilanciare la produzione di olio e vino. Mentre da Castroreale, il Sindaco Giuseppe Mandanici ha sottolineato la felicità di ospitare eventi del GAL durante un festival che da 25 anni coniuga musica e paesaggio.
Come ha dichiarato il direttore Sauerborn, il festival nasce «dal basso, da ciò che spesso è sotto i nostri occhi e non vediamo», trasformando la cultura in un gesto politico, comunitario e poetico.