La settima edizione tra arte, paesaggio e atti rivoluzionari di delicatezza
Nel cuore pietroso della Valle del Patri, abbarbicato tra i silenzi di una Sicilia che resiste, Castroreale torna ad accendersi con i passi leggeri ma decisi dell’InCastro Festival, giunto alla settima edizione. Dal 10 luglio al 2 agosto 2025, il borgo messinese ospiterà una rassegna site specific che fonde danza, musica e paesaggio, in un connubio poetico che attraversa i luoghi e gli animi. Il tema di quest’anno, che inaugura un triennio riflessivo, è “Opere Gentili – Esistere”.
Curato con profondità e visione da Giorgia Di Giovanni e Pierfrancesco Mucari, il festival è sostenuto da enti pubblici e reti culturali, ma porta in sé anche la fierezza di chi, pur colpito da drastici tagli al Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, non smette di coltivare l’arte come atto sociale e politico, come possibilità di relazione.
La rivoluzione gentile in scena
“Cosa significa esistere?” è la domanda da cui germoglia la programmazione 2025. Un invito alla sosta, alla presenza, alla tenerezza. “La gentilezza è un atto rivoluzionario”, dicono i direttori artistici: è un atto che si propaga come musica nelle pietre di un paese, come danza fra le strade, come parola che non urla, ma ascolta.
E proprio questo spirito guida gli spettacoli, le mostre, i laboratori che invadono piazze, scuole, musei, in un rituale collettivo che annulla il confine tra palco e spettatore.
I primi giorni di un viaggio emotivo
Il 10 luglio, il festival si apre con “Tratto cortese”, un laboratorio gratuito per bambini in Piazza delle Aquile, e con l’inaugurazione di quattro mostre: tra queste “Illusione#2” di Milo Floramo e “La gentilezza per il volto che non conosco” di Pietro Mantilla, opere nate all’interno del progetto Opere Gentili.
L’11 luglio, la danza si fa inclusione con lo spettacolo “Come volare senz’ali”, con la compagnia Kambein e Anffas Palermo: un’ode alla libertà ispirata al Jonathan Livingston di Bach, in cui il movimento diventa linguaggio per raccontare ciò che le parole non osano. La serata prosegue con “Intriga” di Marta Greco e con “Atto di Resistenza” di Danilo Smedile.
Il 12 luglio è la volta di Noemi Piva con Settembre non arriverà mai, seguita da Lorenzo Covello e Silvia Gribaudi con “A corpo libero”, performance che esalta l’imperfezione come forma di bellezza e di potere.
Il 13 luglio, Antonio Presti porta la sua visione in un incontro sul valore dell’arte sociale. A seguire, gli spettacoli “Appena due” (Covello–Bernabeu–Piva) e l’ironia graffiante di Silvia Gribaudi con Opere Gentili | The Doozies. E poi, come in ogni rito che si rispetti, una festa danzante: We Love You.
Laboratori, incontri e coreografie site-specific
La settimana successiva vede il ritorno del grande Julyen Hamilton con 100 Years, e della performer Nassim Baddag con Segmentazioni e Fallin, in collaborazione con Lilian Damango. Tra le novità: Luminaria, opera luminosa e poetica che intreccia danza e ritualità urbana.
Non mancano le azioni speciali firmate Elisa Sbaragli, Erica Meucci, Emanuela Serra, Daniele Ninarello – protagonisti di un cartellone in cui l’arte contemporanea si fa radice e germoglio di comunità.
Epilogo con maestro: Virgilio Sieni
Il 2 agosto, il gran finale è affidato a Virgilio Sieni, con lo spettacolo Italian Dances, in scena al Museo Civico. Accompagnato dal suono arcaico e fluido della zampogna di Giancarlo Parisi, Sieni porta a Castroreale la sua visione coreutica come gesto di memoria e trasfigurazione.