Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina è il più grande teatro della Sicilia per capienza tra i teatri regionali. Oggi, il teatro offre un palinsesto variegato che spazia tra prosa, musical, lirica e balletto.
Dalla fondazione ai restauri: la storia del Teatro Vittorio Emanuele
Il Teatro fu fortemente voluto dal re Ferdinando II di Borbone e venne inaugurato nel 1852. Il progetto venne affidato all’architetto napoletano Pietro Valente, che realizzò il teatro in stile neoclassico. Inizialmente il teatro venne chiamato “Teatro Sant’Elisabetta”, in omaggio a Isabella di Spagna, madre del re, ma cambiò nome dopo lo sbarco dei Mille a Messina.
Il terremoto di Messina del 1908 danneggiò gravemente il teatro, che fu oggetto di un restauro che lo ha quasi interamente ricostruito. I lavori durarono parecchi anni e furono portati a termine definitivamente nel 1980. Proprio in occasione dei lavori di restauro, il teatro fu ampliato all’interno in maniera considerevole.
La nuova riapertura avvenne nel 1985 e ripropose la stessa Opera che era stata l’ultima rappresentazione prima del terremoto, ovvero l’Aida.
Caratteristiche del Teatro Vittorio Emanuele di Messina
Il Teatro Vittorio Emanuele è caratterizzato da un portico di ingresso a tre arcate. Sulla sommità campeggia un’importante scultura in marmo raffigurante “Il tempo che scopre la Verità e Messina” realizzata dallo scultore messinese Saro Zagari.
Sul soffitto interno è rappresentata la leggenda di Colapesce, realizzata da Renato Guttuso.
Il teatro è composto da una sala a ferro di cavallo, due ordine di palchi, una Galleria e il Loggione. Inoltre, può ospitare fino a 987 posti.