Una mostra tra luce, rovina e memoria
Dal 5 settembre al 31 ottobre 2025, negli spazi dell’Ex Liceo Gargallo di Ortigia, prende vita la personale di Iacopo Giannini, “Echi di Eternità”, a cura di Beatrice Bortoluzzi. L’inaugurazione è in programma venerdì 5 settembre alle ore 19.00, con ingresso libero.
Il progetto, promosso con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Siracusa, si inserisce nelle celebrazioni per il ventennale del riconoscimento UNESCO della città, intrecciandosi idealmente con la grande esposizione di Igor Mitoraj, che porta nel Parco Archeologico della Neapolis trenta opere monumentali dell’artista polacco.
L’archeologo della luce
Con il suo obiettivo, Giannini non documenta: interpreta. Non fotografa la mostra, la ascolta. Ogni immagine è un’eco, un rimando, un riflesso che vibra tra ideale e rovina, tra pietra e pensiero. La fotografia diventa scultura, le ombre incisioni, i dettagli scolpiti dalla luce appaiono quasi modellati a mano.
C’è il cielo, il basalto, il vento e il sale di Sicilia nelle sue opere. C’è la voce muta delle pietre di Ortigia, che si fanno protagoniste tanto quanto le sculture di Mitoraj. In questo dialogo tra luce e materia, Giannini finisce per ritrarre anche se stesso e, indirettamente, noi: spettatori fragili di un tempo che ha perso i miti ma conserva ancora il bisogno di raccontarli.
Biografia dell’artista
Nato a Firenze nel 1977, Iacopo Giannini inizia la sua attività fotografica giovanissimo, a soli 16 anni, lavorando su pellicola analogica. Dopo esperienze come corrispondente per Kikapress & Media di Los Angeles e Associated Press, diventa fotografo ufficiale per testate come il Corriere della Versilia e la rivista Visto.
Dal 2013 è fotografo d’agenzia per LaPresse e Reuters, oltre che fotografo ufficiale del Carnevale di Viareggio. I suoi scatti hanno trovato spazio su quotidiani e settimanali italiani ed esteri. Parallelamente al reportage, porta avanti un percorso artistico che lo ha visto esporre in mostre personali a Milano, Pietrasanta, Berlino e Favignana.