A Palazzo Reale, l’universo in bianco e nero (e Kolor) di un maestro
C’è un’aria particolare a Palermo, un sussurro che attraversa i secoli e giunge fino al Palazzo Reale, dove si apre una mostra che non è semplicemente una mostra, ma un viaggio visivo nell’antropologia dell’umano. Protagonista è Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz, uno dei più grandi fotografi del Novecento, il cui sguardo, mai banale, sempre acuto, ha saputo cogliere l’attimo con la leggerezza di una piuma e la precisione di un chirurgo dell’anima.
Tra ironia e profondità: lo sguardo che ride (e fa pensare)
Elliott Erwitt è stato Presidente della leggendaria Magnum Photos, eppure la sua eredità va ben oltre titoli e cariche. È nella risata silenziosa di un cane, nel sorriso trattenuto di un passante, nella teatralità involontaria del quotidiano che si dispiega tutta la sua grandezza. Le sue immagini iconiche, che mescolano umorismo e profondità, sono specchi in cui la società si riflette senza trucco. È lì che si annida la verità, nelle pieghe della normalità, dove Erwitt scova il dettaglio invisibile e lo consacra a icona universale.
Dalla Monroe ai cani: miti, volti e zampe
Marilyn Monroe, John F. Kennedy, Muhammad Ali: ritratti che superano la cronaca e diventano archetipi della modernità. Celebre — e per sempre incastonata nell’immaginario collettivo — la foto di Marilyn col vestito svolazzante sul set di Quando la moglie è in vacanza: non una semplice immagine, ma una capsula del tempo culturale, alla pari di un dipinto di Botticelli o di un’icona bizantina.
E poi ci sono i cani, veri co-protagonisti della sua opera. Non animali domestici, ma metafore ambulanti della nostra umanità. Le sue serie fotografiche dedicate a loro, pubblicate in volumi divenuti di culto, raccontano le relazioni tra uomini e bestie con una sensibilità che va ben oltre l’aneddoto. È lì, tra guinzagli e marciapiedi, che Erwitt dipinge una geografia affettiva della contemporaneità.
Una mostra monumentale: oltre 190 opere, tra ICONS, Kolor e ritratti
L’esposizione a Palazzo Reale di Palermo propone una selezione inedita e poderosa: più di 190 fotografie, di cui 110 in mostra fisica e oltre 80 in video proiezione HD, provenienti dal cuore stesso della sua produzione. Le serie ICONS, Kolor, Family, Self Portrait si susseguono come stazioni di un pellegrinaggio visivo che incanta e commuove. Le immagini, sia in bianco e nero che a colori, sono presentate in grande formato, molte delle quali in dimensioni 100×150 cm, incorniciate con sobria eleganza museale, capaci di trasportare lo spettatore nell’intimità di uno sguardo senza tempo.
Omaggio alle donne e alla leggerezza dell’essere
Un’intera sezione della mostra è dedicata all’universo femminile, tema a cui Erwitt ha dedicato nel 2015 un volume. Charles Flowers, introducendo il libro, sottolineava con acume ironico: “Con quattro ex mogli, quattro figlie adulte e quattro nipotine — per non parlare delle molte donne che, nel corso dei decenni, non si sono collocate in nessuna di queste categorie — Erwitt ha accumulato molte risposte alla domanda sulla natura delle donne.”
Qui, l’ironia non è beffa ma tenerezza mascherata, il gesto di un uomo che ha fatto della curiosità una forma d’amore e dell’obiettivo una carezza discreta.
La New York di Erwitt, il Central Park di Simon & Garfunkel
La mostra non è solo esposizione, ma esperienza immersiva. Una video-intervista originale mostra Elliott Erwitt nella sua Penthouse Studio a Manhattan, mentre in sottofondo, come un’eco dell’America sognata, suona una playlist tratta dallo storico concerto di Simon & Garfunkel a Central Park. Musica e fotografia si fondono così in un’unica narrazione: quella del secolo breve raccontato con occhi affettuosi, ironici e radicalmente umani.
Il catalogo, edito da Fondazione Federico II, accompagna il visitatore in questa liturgia dell’immagine, insieme a una linea di merchandising esclusivo che celebra il segno stilistico del Maestro.