Al Polo Museale Antonio Cordici, un viaggio pittorico tra fede, materia e cosmo
C’è un punto, nell’universo, dove il visibile e l’invisibile si toccano, dove il linguaggio della fisica più estrema si fonde con il respiro della spiritualità. Erice, luogo prediletto da scienziati e cercatori di senso, accoglie “La Particella di Dio”, la nuova, folgorante esposizione di GIKO, artista visionaria, che dal 30 luglio al 13 agosto 2025 abiterà con le sue opere il Polo Museale “Antonio Cordici”, sotto l’egida del Comune e con lo sfondo ideale della città della scienza, casa del Centro Ettore Majorana di Antonino Zichichi.
Un dialogo tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande
Non è solo arte, ma una trasfigurazione poetica del pensiero scientifico quella che GIKO porta a Erice. La mostra si dipana come un viaggio simbolico tra materia e assoluto, tra il cerchio e il vuoto, tra nebulose di colore e silenzi cosmici, in un fluire continuo che è insieme creazione e dissoluzione, esplosione e rinascita.
L’artista indaga la relazione tra scienza e fede, e lo fa affidandosi a forme primordiali e ad un uso sapiente della luce e della digital art, linguaggi che GIKO padroneggia con eleganza sin dal 2012. È proprio da quell’anno che nasce il progetto “La particella di Dio”, concepito inizialmente come installazione multimediale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest: opere su policarbonato retroilluminato, videoarte, pulsazioni visive in grado di dare movimento all’invisibile.
Un omaggio alla scienza, un canto alla bellezza dell’ignoto
Dopo il successo ottenuto con l’esposizione al MACA – Museo d’Arte Contemporanea di Alcamo, dove la mostra si è trasformata in omaggio pittorico al fisico Peter Higgs, scopritore del celebre bosone, la “particella di Dio” approda oggi a Erice. Qui, nel paese della fisica delle alte energie, GIKO ritrova la dimensione ideale per spingere la pittura oltre i confini della tela, fino a renderla specchio dell’universo interiore.
Colori, forme, vuoti e bagliori cosmici raccontano una verità che è anche una preghiera laica: quella che l’essere umano rivolge alle stelle ogni volta che cerca, attraverso l’arte, un ordine nel disordine.