Dal 19 al 21 giugno, Palermo si fa spartito vivente
Nel cuore di Palermo, la città delle contraddizioni e delle rinascite, là dove il barocco si scioglie nella luce e l’arte si fa carne, l’Associazione siciliana Amici della Musica accende le candeline del suo primo secolo con un programma che è più di una celebrazione: è un atto d’amore, un’arca musicale per traghettare la bellezza da un’epoca all’altra.
Tre giorni, dal 19 al 21 giugno 2025, in un crescendo che culminerà alla mezzanotte del 22 – giorno esatto del centenario – fra il Teatro di Verdura e Villa Trabia, luoghi che da soli già raccontano un secolo di Palermo e cultura. Il cuore batte forte, e lo fa al ritmo del violoncello: strumento «capace di sussurrare, urlare, piangere, ridere, danzare, abbracciare, reagire, amare», come confessa senza remore il palermitano Giovanni Sollima, direttore artistico di questa tre giorni e memoria vivente della musica che abbraccia il mondo.
Sollima e Baricco: Tucidide a Palermo, tra archetti e scudi
Si comincia il 19 giugno al Teatro di Verdura, in una notte che si annuncia già epica. Sul palco, accanto a Stefania Rocca, Valeria Solarino e alla voce narrante di Alessandro Baricco, i 100 Cellos si schierano come un esercito ateniese. Non a caso: lo spettacolo è una riscrittura scenico-musicale di “Tucidide. Atene contro Melo”, diretta dallo stesso Baricco e musicata da Sollima, che siede al centro della scena con il suo violoncello come un novello Omero.
Non una semplice pièce, ma una riflessione vibrante sul potere, il diritto e la giustizia, tra letteratura antica e cronaca contemporanea. “Come salvare il valore della Giustizia nell’esercizio della politica e della guerra?”, si chiede il testo. La domanda attraversa i secoli, come un lampo. Un gioco di specchi tra ieri e oggi che ci restituisce una Palermo capitale della cultura europea, vibrante e pensosa.
Prayer to Ecstasy: il violoncello parla in preghiera
Il 20 giugno, nella penombra meditativa di Villa Trabia, Petar Pejčić dà voce al sacro. Il suo recital è un viaggio spirituale che, dalle profondità dell’introspezione, tocca vette di estasi sonora. Con un repertorio che spazia da Bach a Ligeti, da Sollima a Sokolovic, il violoncello diventa un cantore antico e contemporaneo insieme, in grado di attraversare il tempo e la materia, come in un rito pagano di purificazione.
Accanto a lui, per l’esecuzione di “Violoncelles, Vibrez!”, lo stesso Sollima e otto elementi scelti dei 100 Cellos. Un rituale sonoro che non ha bisogno di fuochi d’artificio, ma si accende dentro, nella carne del suono e dello spirito.
Festa della Musica: la scuola, la vita, la rinascita
Il 21 giugno, giorno della Festa della Musica, la giornata si apre con un atto di speranza: al mattino, l’Orchestra Jazz “Queen Margaret”, composta da studenti del Liceo musicale Regina Margherita, si fonde con i bambini e i ragazzi assistiti dalla SAMOT o.n.l.u.s.. Una commistione di giovani vite, musiche e corpi, segno di quell’impegno educativo e sociale che l’Associazione porta avanti da quasi trent’anni con il “Progetto scuola”.
Nel pomeriggio, Alessandro Baricco torna a parlare, stavolta per gli allievi dell’Università di Palermo, nella sua masterclass “Storia della Musica” al Politeama Garibaldi: perché la musica è anche pensiero, racconto, genealogia della bellezza.
Il bianco fornaio d’Ungheria, il tango e una torta per cento
Nel tardo pomeriggio, il palco di Villa Trabia accoglie Nicolas Altstaedt, che con il suo violoncello racconta genealogie, attraversando Bach, Kodály, Veress, Dutilleux e un bisnonno ungherese fornaio – a conferma che la musica nasce anche dal lievito della memoria.
Poi, la notte si fa tango. Alle 22.00, l’Ensemble Pulcinella guidato da Ophélie Gaillard suona Piazzolla e Ginastera: sensualità, passione, abbandono. Un violoncello che danza, sfida e consola. Un repertorio dove il cuore batte tra le pieghe dell’America Latina e il rigore europeo.
Alla fine, come ogni compleanno che si rispetti, una torta, un brindisi, una promessa: rivedersi tra cent’anni, con gli strumenti ancora stretti fra le mani.
Un secolo e dieci città: la musica oltre Palermo
Ma le celebrazioni del centenario dell’Associazione siciliana Amici della Musica non si esauriscono in questi tre giorni palermitani. Per tutto il 2025, dieci concerti – uno per ogni decennio della storia dell’Associazione – si terranno in altrettanti comuni della Sicilia: Piana degli Albanesi, Erice, Corleone, Terrasini, Bompietro, senza dimenticare le isole minori, Pantelleria e Favignana.
Una traversata sonora dell’intera regione, portando con sé le due anime che convivono da sempre nella musica degli “Amici”: quella classica e quella jazz, il rigore e l’improvvisazione. Con artisti siciliani e internazionali, e il suono a fare da lingua comune.