La domenica di Pasqua le vie di Prizzi si animano grazie al caratteristico Ballo dei Diavoli. Si tratta di una spettacolare festa che fonde il sacro e il profano ed è senza dubbio una delle rappresentazioni più caratteristiche della Pasqua in Sicilia.
Il Ballo dei Diavoli e il compito della Morte
I Diavoli, con le loro enormi maschere, le tute rosse e i mantelli di pelli di pecora, scorrazzano accompagnando la Morte, riconoscibile con il suo abito giallo, la maschera inquietante e la balestra in mano. È lei scegliere tra il pubblico le vittime che condurrà all’inferno. Una volta prese, le persone individuate saranno accompagnate dai Diavoli in una casa. Qui hanno una sola possibilità di riscattare la propria anima: dovranno pagare un obolo, una piccola offerta di denaro.
L’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto e il Ballo dei Diavoli
Il momento culmine del rito si svolge nel pomeriggio ed è qui che sacro e profano si fondono. I Diavoli infatti cercano di impedire l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, che vengono portati a spalla dai fedeli.
Ci riescono per due volte, ma al terzo tentativo cadono sotto le spade degli angeli, mentre le campane suonano a festa. La Madonna lascia cadere il manto nero che l’avvolge e i Diavoli si inchinano per tre volte dinanzi alle porte della chiesa, compiendo il rito di purificazione con il gesto del “pigghiari a paci”.
L’origine del Ballo dei Diavoli
Il Ballo dei Diavoli è una festa che riesce a fondere fede e folklore: è facile riscontrare in essa il dualismo tipico di cristianesimo e paganesimo, primavera e inverno, vita e morte. La celebrazione trae origine dalle feste pagane che accoglievano la primavera e la rinascita della natura.
Con il passare del tempo il rito è stato influenzato da tradizioni popolari: da un lato ci sono gli elementi delle tragedie greche; dall’altro pesa la fede cristiana, che trasforma il rito in una lotta tra il Bene e il Male.