Nel cuore dell’estate siciliana, il suggestivo Castello di Donnafugata ospita il 12 luglio alle ore 21 la quinta edizione della rassegna Palchi Diversi – Estate al Castello di Donnafugata, sotto la direzione artistica di Marco Pupella. A inaugurare la stagione sarà la messa in scena di ‘A birritta cu ‘i ciancianeddi (Il berretto a sonagli) di Luigi Pirandello, proposta in dialetto agrigentino.
Un omaggio speciale nel centenario di Andrea Camilleri
Quest’opera non è solo un classico del teatro pirandelliano, ma diventa anche un tributo sentito al centenario della nascita di Andrea Camilleri, gigante della letteratura e drammaturgia siciliana, la cui eredità continua a risplendere nel panorama culturale italiano e internazionale. Il recital Pirandelliano di questa estate si inserisce in un percorso che ha visto la compagnia portare in scena altri capolavori del grande drammaturgo, come I giganti della montagna e Sei personaggi in cerca d’autore, esplorando la ricchezza e la profondità della sua poetica.
La maschera sociale tra verità e apparenze
“La verità è che non esiste una verità” (Pablo Neruda) – recita il cuore pulsante dell’opera, che riflette sulle maschere sociali imposte dagli altri e dalla società stessa, e su quel prezzo altissimo che spesso si paga per mantenere le apparenze. Pirandello usa l’emblema del berretto a sonagli, un copricapo indossato dai buffoni di corte, per rappresentare il ludibrio pubblico cui tutti rischiano di essere sottoposti.
La trama
La vicenda ruota attorno a Beatrici Fiorica, tormentata dalla gelosia per il marito, il cavalier Fiorica, sospettato di una relazione extraconiugale con Sarina, moglie dello scrivano Don Nociu. Beatrici trama per coglierli in flagrante e denunciarli, mentre Don Nociu, pur consapevole della situazione, cerca di evitare lo scandalo proponendo una soluzione paradossale: far passare Beatrici per pazza, salvando così l’onore delle famiglie coinvolte. La commedia si chiude con una risata amara, specchio dell’assurdità di certi compromessi sociali.
Un testo di sfida e autenticità
La scelta di rappresentare l’opera in dialetto agrigentino vuole essere un omaggio all’autenticità e alla potenza espressiva della scrittura di Pirandello, ricollegandosi alle sue novelle e a quel linguaggio “puro” che è radice della sua genialità. Il testo introduce anche un prologo ispirato a “Certi obblighi” e “La verità” per raccontare la società che giudica e sentenzia.