Al Teatro dei 3 Mestieri la comicità è cosa seria: risate, precarietà e tragedia greca
Giovedì 7 agosto 2025, alle ore 21:30, il Teatro dei 3 Mestieri di Messina si trasforma in confessionale pop per una generazione stanca, arrabbiata, precaria. Sul palco arriva Valentina Medda, attrice, autrice e comedian irriverente, con la sua stand-up “A bocce ferme”. Un titolo che è già tutto un programma: nessuna pietà, nessun filtro, solo l’ironia feroce di chi ha imparato a lucidare le paillettes con le lacrime.
Ironia come atto politico
Medda è una figura ibrida: vittima e carnefice del precariato, si muove tra la tragedia e la farsa con la naturalezza di chi ha avuto 17 lavori e una sola ansia perenne. La sua stand-up è uno spettacolo spietato, uno specchio deformante del presente, in cui si ride e ci si riconosce, nel disincanto assoluto e nella fragilità più autentica.
Nel suo monologo, intesta il co.co.pro. a Craxi, Andreotti e Berlusconi – “ma solo perché sono morti prima di molestarla” – e si dichiara ossessionata da Roberto Saviano, che però “la vede solo come un’amica”. È comicità che sferza, che non cerca consensi ma risveglia coscienze con lo schiaffo gentile dell’autoironia.
Una stand-up come preghiera laica (tra risate e nevrosi)
“A bocce ferme” è un inno tragicomico al burnout, un rosario laico di disoccupazioni e sogni sgonfiati, recitato con cinico amore e lucidità brutale. La voce di Valentina si alza per chi non ce la fa più, per chi è stanco di fingere entusiasmo davanti a un nuovo contratto a termine.
E se il multitasking pressapochista è diventato religione, lei ne è la santa martire. E invita il pubblico ad ascoltarla. Sul serio. E ridere. Sul serio.