Il Parco archeologico di Segesta ospita dal 14 aprile al 6 novembre, la mostra Nella natura come nella mente.
L’esposizione è un dialogo con la natura, che può diventare potente, imponente, affascinante, maligna. E proprio a queste connessioni tra scienza, arte e paesaggio, con i suoi ritmi e i suoi numeri, tende la mostra.
Si tratta di un percorso a tappe, la ricerca di una narrazione comune tra artisti di linguaggio diverso, Mario Merz, Ignazio Mortellaro e Costas Varotsos. Il numero e la forma, il codice e la sostanza che esprime, si inseriscono in uno spazio vivo. Numeri e scritture in neon blu e rosso – la sequenza di Fibonacci – si stendono sulle colonne dell’antico tempio; sculture di spirali trasparenti ed iridescenti, fatte per essere scolpite dalla luce; fusioni antiche di artisti contemporanei punteggiano lo spazio con la potenza dei riti arcaici che risuonano sulle colline.
Il ritmo, il numero può ritrovarsi ovunque in natura: la crescita di un vegetale che cerca di guadagnare la luce, ovvero il suo orientarsi perfetto; le spirali che dimostrano la volontà naturale di accrescere e occupare nel miglior modo lo spazio e, in questo caso, il palcoscenico. Estetica del necessario, oltre il tempo dell’uomo e del suo gesto. Ed è altrettanto ovvio e quasi banale rammentare quanto i pitagorici dalla Grecia alla Magna Grecia e dunque anche alla Sicilia riconoscessero nel numero la base e l’origine di qualsiasi elemento dell’ambiente, attribuendogli perfino natura divina.