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Teatro Politeama di Palermo: il teatro del popolo

teatro politeama di Palermo

Il Teatro Politeama di Palermo rappresenta uno splendido esempio di architettura neoclassica. Realizzato tra il 1867 e il 1874, fu pensato inizialmente come anfiteatro per la rappresentazione di spettacoli all’aperto. Nel 1882, dopo la morte di Garibaldi, prese il nome di Politeama Garibaldi. 

Oggi è la sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana.

Breve storia del Teatro Politeama

La costruzione del Teatro Politeama avvenne sulla base del progetto di Giuseppe Damiani Almeyda. Inizialmente, il teatro fu pensato per gli spettacoli all’aperto: per questo, proprio come negli antichi anfiteatri romani, aveva un grande tendone utilizzato come copertura.

In seguito, per allargare l’offerta proposta anche a spettacoli di musica e prosa, si decise di trasformare l’anfiteatro in una sala teatrale.

Il Politeama, ancora incompleto, fu inaugurato nel 1874, con la rappresentazione dell’opera “I Capuleti e i Montecchi”, di Vincenzo Bellini. Successivamente, in occasione dell’Esposizione Nazionale che si tenne a Palermo nel 1891, furono realizzati gli ultimi lavori di abbellimento e l’apertura ufficiale avvenne con la rappresentazione dell’Otello di Verdi, con protagonista il celebre tenore Francesco Tamagno.

Dal 2001 il Teatro Politeama è la sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana.

L’importanza del Teatro Politeama per la città di Palermo

Il Teatro Politeama di Palermo è un importante esempio di architettura neoclassica ed è un punto di riferimento di grande importanza per la citta di Palermo. Basti pensare che le due grandi piazze su cui si affaccia, ovvero Ruggero Settimo e Castelnuovo, vengono comunemente chiamate Piazza Politeama.

Già nel 1859 si sentiva la necessità di costruire un teatro inteso come un’opera di grande importanza e valenza per la Città, con lo scopo anche di impiegare una gran massa di artigiani ed artisti locali. Il teatro doveva essere dedicato al godimento e allo svago di un pubblico più popolare, immaginando per esso produzioni quali operette, lavori comici e drammatici, veglioni, feste, spettacoli circensi ed equestri.

Il valore del teatro sta proprio nell’esaltazione della funzione sociale del teatro come “teatro del popolo”, con l’enorme sala a ferro di cavallo (che nel 1874 poteva contenere cinquemila spettatori) con due file di palchi, dominata da una grande galleria articolata in due ordini.

L’architettura

Giuseppe Damiani Almeyda s’ispirò ai modelli del classicismo accademico in voga alla fine dell’Ottocento. In particolare, l’ingresso è caratterizzato da un monumentale arco trionfale, sormontato da una quadriga che rappresenta il “Trionfo di Apollo ed Euterpe”, realizzata dallo scultore Mario Rutelli. 

Intorno al prospetto esterno si sviluppa il corpo semicircolare dell’edificio con i due ordini di colonnato in stile dorico e ionico. Mentre la cupola di copertura, in ferro e vetro, fu aggiunta nel 1877. Inoltre, la struttura cilindrica ricorda il Pantheon romano.

Per quanto riguarda l’interno, come detto, la sala del Teatro è a ferro di cavallo con due ordini di palchi e un doppio loggione. La cupola sul tetto è decorata come se fosse un finto velario di un colore azzurro cielo. Il sipario, invece, largo 14 metri e alto 13 per un peso complessivo di 450 chili, è opera di Gustavo Mancinelli ed è intitolato “Eschilo alla corte di Gerone di Siracusa“.

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